La coppia italo-tedesca (analizzata dal punto di vista di una “lei” italiana)

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Globalizzazione. Una parola che fa paura anche perché non ne conosciamo il significato profondo.

Ogni volta che la incontro a me vengono in mente, nell’ordine: il McDonald’s sotto casa, l’operaia bengalese in una fabbrica di tessuti, i bambini Erasmus e, di conseguenza, le coppie miste.

All’ultima sono particolarmente affezionata, perché anche io appartengo ad una.

Io italiana, lui tedesco.

Per questo motivo dopo 9 anni di convivenza, posso considerarmi, modestamente, un’esperta.

Forse non tutti sanno che il tedesco maschio è programmato geneticamente all’autosufficienza e rimane attivo più degli altri esemplari, tipo batterie del Nokia.

In altre parole, fin dall’età prescolare il teutone maschio non solo è capace di organizzarsi la vita da single senza ricorrere ad aiuto esterno (mammina) per le pulizie, il bucato ed il cibo, ma si occupa full time anche della prole.

Tutto questo dormendo al massimo 3 ore a notte.

Un terminator casalingo, per capirci.

Un’altra particolarità particolarmente apprezzata dal gentil sesso latino è il luogo comune che il tedesco associa allo stesso.

Sappiamo che non tutte le leggiadre donzelle mediterranee sono 90 – 60 – 90, pesano 60 kg per 1.80 di altezza, ma per il partner teutone il solo fatto di accompagnarsi a una moretta tutta ricci e occhi color cacca è una benedizione inviata dalla Madonnina di Pompei.

Ai loro occhi appaiono tutte Bellucci.

La Schiffer non parte proprio.

Il maschio teutonico è orfano, in senso metaforico.

Non ha mammina che si occupa di lui fino alla tenera età di 60 anni, per questo è autosufficiente, come già detto sopra.

Inoltre la totale assenza nella vita coniugale della progenitrice, rende la vita meno amara alla componente femminile della coppia.

Nessuna invasione degli spazi abitativi da parte della suocera alla 5 di mattina, nessun commento negativo sul cibo preparato dalla nuora italica, ma, soprattutto, nessun coinvolgimento “sfracassa balle” (consentitemi la locuzione volgare) sulla gestione familiare e della possibile prole.

Ora possiamo procedere all’analisi dei lati negativi:

La mancanza di romanticismo.

È universalmente noto che l’approccio sessuale ha una più alta percentuale di successo se preceduto da atti romantici.

Il maschio germanico è un tipo molto pratico e organizzato ma comunica verbalmente molto poco, per questo il concetto “complimento” rimane ancora sconosciuto alla maggioranza degli esemplari.

Constatazioni del tipo “Sei la creatura più incantevole che abbia mai incontrato nella vita”, “Il tuo viso potrebbe fare da modello ad un madonna preraffaellita”, o anche “Dal momento che ti ho incontrata la mia vita ha iniziato ad avere un senso”, non fanno parte del lessico teutone.

Bisogna però riconoscere che picchi massimi di romanticismo si sono registrati davanti ad uno splendido tramonto in un Biergarten, tra un rutto di birra e l’altro.

Inoltre la totale incapacità romantica rende molto stabile la durata temporale della coppia, dal momento che il teutone non “tacchinerà” altri soggetti femminili estranei.

Dipendenza dall’alcol.

Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che il maschio teutone può alimentarsi esclusivamente a birra per diversi giorni, senza dare segni di cedimento fisico e psicologico.

Tale predisposizione può divenire un problema nel caso che la compagna non condivida lo stesso interesse.

Particolarmente problematico è il fenomeno del raccoglimento del branco nella Kneipe di turno, solitamente il fine settimana.

Il maschio teutone in queste occasioni dimentica i doveri coniugali dando inizio al sempre apprezzato rituale del “trinka – trinka” con altri elementi della stessa specie.

L’acme del piacere viene raggiunto in caso di partita calcistica su SKY. Tali comportamenti possono mettere a rischio la relazione.

Serena Foschi è romana, trapiantata in Germania dal giugno 2012. Insegnante online di italiano, tedesco ed inglese. Adora cucinare vegetariano e coccolare il suo gatto Miaurizio, che l’ha seguita in quest’avventura in terra teutonica. Attualmente in una relazione, con finalità di sperimentazione scientifico-antropologica, con un autoctono. Scrive anche su Non solo Crauti

Articolo di Serena Foschi.

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