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Luisa 44 anni, è un’infermiera professionale e vive a Roma. La sua storia è cominciata con un sorriso ed è finita tra le lacrime. Per colpa di un matrimonio misto. «Ora mi trovo sposata con un egiziano bigamo, con una figlia illegittima su certificato di famiglia e una convivente che ha ottenuto, grazie a me, il permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare».

Ma com’è possibile questa situazione?

«Grazie ad una burocrazia cieca e alla mancanza di tutela delle donne italiane che sposano i musulmani».

Com’è cominciata la vostra storia?

«Con una vacanza Sharm-El-Sheikh. Ho incontrato Essam e mi sono innamorata. Per un anno e mezzo ho fatto avanti e indietro dall’Egitto. Poi ci siamo sposati al Cairo e dopo le nozze ci siamo trasferiti a Roma».

Com’è stata la convivenza?

«All’inizio tranquilla, io lo conoscevo come un musulmano moderato. A volte beveva anche vino e birra».

Poi?

«Ha cominciato a frequentare gli egiziani della città e certe moschee abusive, in garage o capannoni. Seguiva il ramadan in modo ossessivo».

In che senso?

«Se lo sfioravo anche con una mano lui si arrabbiava moltissimo e si andava a fare un’altra doccia, il prosciutto non potevo metterlo vicino ai suoi cibi nel frigorifero. Diceva che ero impura, che dovevo convertirmi all’Islam, che non dovevo vestirmi all’occidentale perché si vedevano le curve».

E lei ha ceduto?

«No, ma lui si allontanava sempre più da me. E i contrasti aumentavano.Diceva che lo avrei portato all’inferno, che se avessimo avuti dei figli maschi sarebbero dovuto diventare musulmani e se avessimo avuto una femmina doveva arrivare illibata al matrimonio altrimenti mi avrebbe sgozzata».

Una quotidianità invivibile?

«Esattamente. A tal punto che lui se n’è andato per due mesi in Egitto e quando è tornato si è trasferito da amici. Mi veniva a trovare ogni tanto e mi ha chiamata solo quando è scaduto il suo permesso di soggiorno.Con la mia presenza ha ottenuto la carta di soggiorno e poi è sparito».

Ma lei non si è sentita usata?

«Io lo amavo e speravo di recuperare il nostro matrimonio».

Invece?

«Dopo un mese mi ha chiamato per dirmi che si era risposato in Egitto, aveva avuto una bambina. Ora è in Italia con la figlia illegittima e la sua nuova moglie che ha ottenuto il permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare».

Ma lei ha denunciato la bigamia?

«Certo e ho cercato di bloccare la procedura alla Prefettura di Roma per la sua cittadinanza. Ma non c’è stato nulla da fare. Ora ho chiesto la separazione, ma attualmente sono registrata nello stato di famiglia assieme a lui e sua figlia. Inoltre sono stata ufficialmente ripudiata con il rito talaq in Egitto».

Come si sente?

«Amareggiata. Le ultime parole che ha pronunciato sono state: ti ho fregato per bene». (Fonte: “Il Giornale, 27/2)

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