Quando io ho visto Jonny mi è parso strano per il colore ma poi lo voglio tanto bene!

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Per chi non avesse avuto la possibilità di vedere I Colori dell’amore ieri sera, visto anche le precedenti puntate, vi siete persi una coppia davvero interessante.

Lei è MARTA, è italiana, ha 29 anni e vive a Marsala e Lui JONNY ha 26 anni, è nato in Nigeria e vive in Italia dal 2008. Jonny è arrivato in Italia a Lampedusa, è stato trasferito poi in un centro di accoglienza a Mazara del Vallo dove ha vissuto per un certo periodo di tempo.
Attualmente Jonny lavora come mediatore culturale presso due centri di accoglienza in Sicilia.

La puntata esordisce un pò con il raccontarci la storia di Marta e Jonny che si sono conosciuti nel 2009 per lavoro.
Arrivato in Italia e trasferitosi nel centro di accoglienza di Mazara del Vallo, Jonny ha imparato molto in fretta l’italiano e ha iniziato a lavorare proprio in quel centro.
Anche Marta lavorava in un centro d’accoglienza e per caso si sono conosciuti.

Ai tempi della loro conoscenza Marta era fidanzata con un ragazzo italiano e rifiutò il corteggiamento di Jonny. Dopo qualche mese la relazione finì, Marta risentì Jonny ed iniziò la loro storia.

La prima impressione che ho avuto di Marta è stata quella della classica  amica che abita alla porta accanto. Marta ha una spontaneità incredibile che traspare a ogni parola che Jonny pronuncia. Sorride imbarazzata e si emoziona mentre parla del figlio avuto poco tempo fa .

Sembrano davvero lontani quegli episodi privi di senso che questo programma ci ha rifilato ogni settimana.

Jonny parla del viaggio che lo ha portato a Lampedusa. Anche non condividendo gli sbarchi a Lampedusa per svariati motivi: uno di questi perchè c’è sempre chi si arricchisce a danno di chi invece soffre e muore, non si può rimanere indifferenti davanti al dolore di un giovane ragazzo che non ha alcuna speranza nel suo paese.

Quando parliamo di una coppia mista italo/africana è inutile che ci prendiamo in giro: non ci sono cose semplici. Per una coppia mista nulla è semplice. Partendo da quello sforzo in più che di solito la compagna/o italiana/o deve fare : ovvero capire il background di sofferenza che c’è dietro gli occhi del proprio compagno/a.

Qui in Italia non abbiamo una grande conoscenza della storia africana. Non sappiamo molto delle varie colonizzazioni. Non sappiamo cosa vuol dire vedersi derubare ogni giorno delle proprie risorse, Non sappiamo cosa vuol dire non avere una “storia” perchè l’europeo di turno, ora inglese ora francese o Belga, ce l’ha distrutta. E più importante ancora non sappiamo cosa vuol dire per un giovane africano desiderare di andare oltre quel confine per avere quell’opportunità che tutti almeno una volta nella vita abbiamo avuto. Ma chi lo rilascia un visto?? Le ambasciate che non ti fanno neanche avvicinare ai loro uffici?? Così prima gli Italiani si lamentano degli sbarchi con frasi “vengono qui non solo si prendono tutte le nostre cose  ma anche le nostre donne..” ma a nessuno viene voglia di informarsi su  quanto sia difficile per un giovane riuscire a migliore la sua vita, fare un viaggio in Europa, o più semplicemente “cambiare vita” come proprio in questi tempi noi Italiani facciamo trasferendoci in massa a Londra. Io non ho sentito nessun inglese lamentarsi e Voi??

Con Marta e suo marito entriamo in quella parte di Italia che tende a sminuire e ridicolizzare le coppie miste: quella che alla donna Italiana da del Lei e al marito africano da del Tu. Sorvolando sui soliti commenti razzisti che lasciano il tempo che trovano, credo Marta rappresenti a pieno l’emozione negativa che una donna italiana prova nel preciso momento in cui si accorge che il proprio compagno è trattato come “uno stupido” sminuito solo per una questione di colore della pelle. Un esempio?? C’è una questione da risolvere, siamo presenti entrambi e puntualmente l’addetto ufficio parla con Noi e non con il nostro compagno.

Di solito chi vive l’esperienza della coppia mista si sensibilizza: Mi spiego. I compagni non Italiani di solito ci mostrano nuove realtà e nuovi mondi. Così c’è chi come Noi decide di portare avanti un progetto di sostegno burocratico per tutte quelle coppie miste che desiderano vivere insieme ma che a causa di leggi sbagliate e cattivi comportamenti da parte delle ambasciate non riescono e chi invece nel caso di Marta e Jonny, creando una Onlus, decidono di sostenere concretamente le persone che si trovano nei centri di accoglimento. Ecco io penso che essere una coppia mista vuol dire poter beneficiare di un valore aggiunto: una doppia cultura e un doppio background culturale. Bisogna poter assistere gli altri nelle loro difficoltà e non chiudersi pensando solo alla proprio vita. Questo è un messaggio giusto non quello di rappresentare la coppia mista in un locale alla moda: a nessuno può interessare.

Piacevolissime da sentire la sorella di Marta quando parla di numeri e non di nomi, di pregiudizi e critiche e la madre di Marta che, finalmente lontani dai soliti insulti razzisti da parte dei genitori delle coppie proposte precedentemente, non nasconde di essere felice per la figlia . Tenero il fratello che non nasconde di essere fiero del marito della sorella.

“Per conoscere culture diverse il modo più bello è mangiare. Assaggiando le cose diverse. sapori diversi è bellissimo , fantastico” dice Jonny che con poche parole ha definito lo stesso spirito che unisce una coppia mista: l’incontro e l’unione di cose e sapori diversi

1 Comment

  1. Yany says:

    Storia interessante, lei è una ragazza abbastanza carina, lui viso simpatico, fisicato dal viso un po’ alieno. Coppia mista? In realtà c’è sempre del misto tra due persone, solo che qui è evidente esteriormente. Non sono nè pro, nè contro tali coppie, ma sembrano un po’ fatte con lo stampino in fondo. Una specie di anticonformismo che in realtà è sempre più conforme alla norma. C’è inoltre quella vena di etichettare razzista ogni critica verso questa spinta al mixaggio “razziale”. Per certi verso è razzismo anche il voler imporre il dogma dell’accettazione delle coppie interrazziali. Ognuno deve essere libero di pensarla come vuole, non si deve per forza accettare tali coppie, sarebbe un imposizione da nazisti! Per il resto la persona esotica ha il suo fascino banale del mistero, come cambiare città, inizialmente mette brio. Se poi abbattiamo i limiti e ci aggiungiamo che alcune donne lavorano nel volontariato per gli immigrati in modo scontato cadono in qualche storia, è pur scontato che il “diverso” attrae per la curiosità sessuale e la passione attiva la fantasia..col contorno della pur sempre valida leggenda della dotazione….e dell’effetto visivo..del contrasto pelle, almeno nei casi delle coppie in bianco-nero. Quindi si lascia il partner italiano e ci si fa prendere dal turbine della passione esotica. Originale quanto i prodotti contraffatti cinesi! Per il resto il discorso vale anche per gli uomini italiani. Per me si possono sposare pure scimpanzè e uomini, resta pur sempre il diritto di critica almeno in un Paese che si sbandiera “progressista”!

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