Solo il cuore di una madre poteva trovare il coraggio per scendere negli inferi e tornare con la propria bambina. E’ successo ad una donna olandese, Monique, che ha salvato la figlia Aisha che si era fatta ammaliare da un guerrigliero dell’Isis. Ma quando è arrivata a Raqqa, in Siria, ha capito di essere finita in un incubo. La madre è partita da Maastricht e senza l’aiuto di nessuno l’ha portata in salvo.
Ora le due donne sono in un carcere turco perché arrivate dalla Siria senza documenti ma soprattutto perché la 19enne Aisha ha avuto contatti col gruppo terroristico di Isis. L’avvocato delle due donne è però fiducioso di riuscire a portare a lieto fine la storia.
Aisha, come scrivono i giornali, si era recata in Turchia a febbraio. Pochi mesi prima si era convertita all’Islam, per amore. Voleva infatti sposare Yilmaz un jihadista turco-olandese che aveva conosciuto su internet, un ex soldato che aveva lasciato i Paesi Bassi per andare in Siria ad addestrare i guerriglieri. Per Aisha era diventato un eroe, una specie di Robin Hood.
Una storia che si è però presto trasformata in incubo. Monique ha ricevuto ad aprile un messaggio su Whatsapp della figlia: “A volte devi fare quello che pensi sia giusto”. Poi il silenzio.
Monique però non si è arresta e a ottobre si è recata per la prima volta in Siria, ma è stato inutile. Tornata in Olanda ha ricevuto la richiesta di aiuto di Aisha. Voleva tornare a casa ma non poteva farlo da sola. La madre si è recata alla polizia di Maastricht ma l’unica risposta avuta è stata un invito a non recarsi in Siria: troppo pericoloso e poi aiutare i jihadisti è un reato.
Ma il cuore di una madre non sente ragioni. Così Monique ha comprato un niqab ed è partita per la Siria. E questa volta è riuscita a raggiungere Raqqa. Monique ha trovato la sua Aisha e l’ha portata via da quell’inferno. Ma al confine con la Turchia le due donne sono state arrestate.
Il ministero degli Esteri olandese è certo che la situazione si risolverà a breve ma allo stesso tempo ha invitato i propri cittadini a non seguire l’esempio di Monique. Eppure di storie come quella di Aisha ce ne sono centinaia. Sono diverse migliaia i ragazzi e le ragazze europee che si sono fatti affascinare dai messaggi dell’Isis. E forse di Aisha ce ne sono più di quante ne possiamo immaginare.