Salve a tutti/e, sono una ragazza italiana di 28 anni.
Nove anni fa, ho conosciuto un ragazzo indiano di tre anni più grande di me, io studiavo legge e lui architettura…
Inizialmente eravamo amici, ci incontravamo solo all’università, per un caffè, oppure per parlare degli esami. Non posso dire che non mi piacesse, anzi, era uno dei ragazzi più dolci che avessi mai conosciuto, educato, serio, intelligente, con dei bellissimi occhi verdi(cosa rarissima per un indiano) e dal fisico atletico. Tuttavia, il pensiero che tra noi potesse esserci dell’altro, non mi sfiorava neanche, forse perché temevo potesse rovinare il nostro bellissimo rapporto d’amicizia. Con il passare delle settimane, la nostra complicità diventava sempre più forte, stavamo sempre insieme, e molti pensavano che fossimo una coppia. Il tempo trascorso con lui era prezioso, mi sentivo ascoltata, capita, mi sentivo me stessa. Erano cinque mesi che ci frequentavamo ormai, e per me, lui era diventato il mio confidente, il mio confessore, il punto di riferimento. C’era sempre, senza mai essere invadente. Durante quei cinque mesi non sono mai uscita con altri ragazzi, ma presto ne conobbi uno molto carino e cominciai a frequentarlo. Mi piaceva, e nonostante avessi avuto già un altro ragazzo, non avevo mai fatto l’amore, quindi cominciavo a pensare che forse, all’età di 19 anni, era arrivato il momento di provare questa nuova esperienza. Il mio fidato amico, non mi ha deluso neanche in questo caso, mi ha detto che, se mi sentivo pronta, dovevo farlo. Mi armo di coraggio e una sera, dico al mio ormai ragazzo, che volevo fare l’amore con lui. Mi porta a cena in un ristorante romantico, ci teniamo per mano durante tutta la cena, e dopo un paio d’ore ci dirigiamo verso la sua camera. Ero terrorizzata, non sapevo se sarei stata capace, se fosse la cosa giusta da fare… Arrivati in camera, noto con piacere che il mio ragazzo aveva reso l’atmosfera romantica e rilassante, con decine di candele profumate e svariati mazzi di fiori. Presto mi rilasso e comincio a sentirmi più a mio agio, lui mi dice che mi ama ed io non riesco a fare lo stesso. In quel momento, mentre il mio ragazzo si avvicinava per baciarmi, ho visto il viso del mio amico indiano, i suoi bellissimi occhi che mi guardavano, ho visto me tra le sue braccia… Allora ho capito, ero innamorata di lui! Gli occhi si riempirono di lacrime e presto mi ritrovai a piangere, per la confusione, la paura e la gioia della mia consapevolezza. Esco dalla camera di corsa, lasciando il mio ormai ex ragazzo con la bocca aperta e senza parole. Corro verso la camera del mio amico, e quando mi apre la porta, vedo davanti a me tutta la mia vita. Senza dire una parola, mi butto tra le sue braccia, e posso dire con assoluta certezza che quello è stato l’abbraccio più lungo ed emozionante della mia vita. Facciamo l’amore per ore, e nonostante fosse la mia prima volta, e stato come se non avessi fatto altro per tutti quegli anni. E’ stato perfetto!
Senza rendermene conto, era cominciata una grande storia d’amore, fatta di sguardi, carezze, lunghe passeggiate, di giornate passate a letto a fare l’amore, di affetto e rispetto reciproco. Dicono che “l’amore non è bello se non è litigarello”, ma noi non abbiamo mai litigato, ci capivamo alla perfezione.
Dopo un anno, decido che era arrivato il momento di presentargli i miei genitori, ma pur avendo detto loro che mi frequentavo con un ragazzo, temevo per la reazione di quando avrebbero saputo che era indiano. Ancora una volta, i miei genitori, hanno dimostrato quali persone fantastiche sono, comportandosi esattamente come avrei voluto. Presto anche loro se ne innamorarono(impossibile non farlo), ed io ero felice di avere trovato una persona splendida, avendo anche l’appoggio della mia famiglia. Passavamo spesso i fine settimana dai miei e lui aveva rubato il cuore a tutti, oltre che a me.
Non parlavamo molto della sua famiglia, sapevo che aveva un fratello ed una sorella e che i suoi genitori lavoravano nell’ambito del commercio. La sorella all’epoca studiava a Londra e decidemmo di andarla a trovare. Era così simile al mio amore, stesso viso dolcissimo, stessi occhi grandi(a parte il colore) e stesso carattere stupendo. Ci siamo trovate benissimo e in seguito, spesso ci sentivamo. Neanche lei parlava molto della sua famiglia, a parte avermi detto che i suoi genitori sono molto tradizionalisti. Il fratello invece, aveva finito gli studi, si era sposato e viveva insieme alla moglie e la figlia nella casa dei genitori. Per quanto trovassi strana la cosa, presto venni a sapere che in India è normale. In quei due anni lui è andato a trovare i suoi genitori solo una volta, per due settimane, e quelli sono stati i giorni più lunghi della mia vita. Una volta rientrato, mi disse che aveva parlato ai suoi genitori di me, e che quando e se me lo fossi sentito, avrebbe avuto il piacere di presentarmeli, andando in India. Nel chiedergli come l’avevano presa, mi ha risposto che loro avrebbero preferito una ragazza indiana, ma mi disse anche di non preoccuparmi, perché una volta conosciuta, loro mi avrebbero amata almeno quanto lui. L’idea di andare in India e conoscere i suoi genitori mi agitava molto, ma lui non me lo chiese più, quindi smisi di pensarci.
Nonostante la mia sia una famiglia benestante, i miei fratelli ed io abbiamo sempre dovuto fare dei lavoretti anche durante gli studi. Anche il mio ragazzo faceva lo stesso, dando ripetizioni di inglese e francese. Il giorno della sua laurea, sua sorella è venuta a trovarci e anche i miei genitori hanno avuto la mia stessa impressione di lei. Noi conoscevamo l’India per i paese povero che realmente è, e quindi spesso non riuscivamo a capacitarci dell’eleganza, l’educazione e la cultura del mio ragazzo, che puntualmente si nota anche in sua sorella.
In occasione della sua laurea, lui va nuovamente a trovare i suoi genitori, senza farmi pressioni chiedendomi di accompagnarlo. Ero sollevata che non avesse insistito, anche se la sua mancanza mi faceva male. Al suo rientro, andai a prenderlo all’aeroporto e dopo avermi abbracciata, si inginocchio davanti a me, mettendomi un anello al dito e chiedendomi di sposarlo. Sembrerà assurdo, ma ho avuto un attacco di panico, mi tremavano le gambe, mi tremava la voce…non me l’aspettavo. Non so dove io abbia trovato la voce per dirgli “si”, ma l’ho detto…. SI, SI, SI, LO VOLEVO!! La sua proposta e la mia risposta, facevano si che il viaggio in India, non fosse rimandato ancora per molto.
Dopo due mesi, partiamo io, lui e mio fratello. All’aeroporto troviamo un’auto che ci aspettava, faceva molto caldo, troppo, e Anil(così si chiama il mio amore) mi spiega che tra non molto ci sarebbe stata il periodo delle piogge, almeno era quello che tutti speravano. In macchina mi addormento e quando Anil mi sveglia, ci troviamo davanti ad un palazzo, che io credevo albergo. In realtà era la casa dei suoi, casa sua. Ora capivo perché ogni volta che gli chiedevo della sua casa, dei suoi, di come loro vivevano, lui mi rispondeva in maniera vaga. Come ho detto prima, la mia famiglia è benestante, abbiamo una bella casa, e anche un domestico che da molti anni vive con noi, ma era diverso dall’avere una specie di castello e decine di domestici per casa. Sapevo che lui non mi aveva detto nulla perché non mi sentissi influenzata in qualche modo, perché non vedessi alcuna differenza tra noi. In casa c’erano solo la cognata e la nipotina, oltre i domestici, e venni a sapere che non sapevano del nostro arrivo. Anil mi spiego che lo aveva fatto di proposito, perché così i suoi genitori non si sarebbero preparati in maniera formale e sarebbero stati più spontanei. Mi ha sempre colpito la sua capacità di sapere sempre come e cosa fare, è il suo pregio più grande. Dopo aver accompagnato mio fratello e me nelle nostre stanze, and anche lui a rinfrescarsi. Dopo un ora viene a bussarmi, ed io nel vederlo per la prima vestito con un bellissimo dhoti, ho capito quanto erano diverse le nostre culture, ma nello stesso tempo ho capito che ero così affascinata e curiosa di conoscere la sua. Per tutto il tempo che eravamo stati insieme, lui aveva vissuto nella mia cultura, nel mio paese, ed ora ero felice di quel piccolo assaggio della sua.
L’incontro con i suoi genitori è stato migliore di come l’aspettassi, ero così tesa, ma sia Anil che mi fratello, non mi hanno lasciata sola un’attimo. Inizialmente ci sono stati parecchi attimi di silenzio, in cui nessuno sapeva cosa dire(parliamo tutti inglese), e mentre la madre sembrava preoccupata e tesa almeno quanto me, il padre sembrava così rilassato, oserei dire, quasi divertito dalla situazione. Infatti è con lui che ho legato per primo e di più. La madre era più distaccata, ma appena seppe che non sapevo nulla di loro, della loro casa, della loro vita, cambio totalmente. Mi confess che molte ragazze indiane ambivano a sposare i suoi figli per via del loro status, ed era contenta che Anil avesse trovato una persona che lo amasse per quello che è. Mi sentivo così stupida e superficiale per non avere cercato più informazioni sull’India prima, per non avere letto più libri, ma nello stesso tempo sembravo una bambina, che vedeva il mondo per la prima volta. Mi ero innamorata anche dell’India.
Ci siamo sposati dopo un anno in Italia e tutta la sua famiglia era qui, vicino a noi. Abbiamo pensato che fosse giusto farlo qui, perché qui ci siamo conosciuti e ci siamo innamorati. Anil, ha preso anche il master, ed io sto finendo il mio. Abbiamo deciso che andremo a vivere in India, almeno per qualche anno, perché io voglio conoscere bene il paese che mi ha donato la cosa più bella che potesse capitarmi nella vita. Sono passati nove anni, ed io sento le farfalline allo stomaco come, quella prima volta, in cui sono corsa da lui.