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Monica Torcia e K. Joachim Silue

LEI. 30 anni, napoletana, laureata in architettura, lavora per il teatro Storchi di Modena.

LUI. 37 anni, nato in Costa d’Avorio, in Italia dal 1996. Laureato in Belle arti a Bologna, ha lavorato come stilista e designer. Vive a Modena dove si è affermato come scultore e pittore.

L’incontro. Nell’estate del 2003 in mezzo alla movida di Sitges, vicino a Barcellona. «L’ho visto per strada e ho pensato che era bellissimo» sorride Monica. «Poche ore dopo ci siamo ritrovati nello stesso locale: lui dal fondo mi fatto cenno con la mano di avvicinarmi. Abbiamo parlato fino alle 9 del mattino, ci siamo dati il primo bacio. E non ci siamo lasciati più».

Ti presento i miei. La madre di Monica ha subito amato Joachim. Il padre, invece, le ha detto: «Non lo voglio neanche conoscere. Fa’ quel che ti pare, avrai un sacco di problemi». E infatti, racconta lei, «ancora oggi la gente per strada ci guarda storto. Qualcuno ci insulta, pure».

Lei dice di lui. «Ha una fiammella sempre accesa, anche nei momenti difficili: non si scoraggia mai, o comunque non lo fa trasparire. È un grande sognatore che alla fine riesce a realizzare i suoi sogni».

Lui dice di lei. «Le nostre differenze culturali si sono rivelate delle ricchezze. Non avevo mai parlato così tanto con una donna, prima. La prima sera mi sembrava di conoscerla da vent’anni».

Il matrimonio. Nel 2005, in Comune a Napoli. «Suo padre ci ha fatto una sorpresa: è venuto» dice Joachim. «Ha pianto e mi ha chiesto perdono» ricorda Monica. Qualche mese dopo anche il matrimonio in chiesa, voluto dalla famiglia di lei: «Hanno organizzato tutto loro: è stata una riconciliazione».

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