Paola Rocca e Francesco Judicelli
LEI. 23 anni, madre sudanese e padre italiano, nata a Khartoum e cresciuta a Genova. A Milano per studiare management turistico, dipinge quadri astratti e parla l’arabo.
LUI. 27 anni, di Comiso (Ragusa), laureato in Scienze motorie, studia per specializzarsi e lavora come personal trainer in una palestra milanese.
L’incontro. La scorsa estate, in palestra. «Siamo usciti due volte» spiega lui «poi lei è partita per Londra e io per il Camerun, ospite di amici. Un mese dopo ci siamo ritrovati e abbiamo deciso di convivere».
Ti presento i miei. Lui l’ha portata subito in Sicilia dalla famiglia: «I parenti erano tutti riuniti» sorride lei. «È la prima ragazza che presento a mia nonna» aggiunge lui. « analfabeta, mai uscita dal paese, e nonostante tutto quello che sentiamo in tv sugli immigrati, le ha detto: “Quanto sei bella!”. E mi ripete che la vuole rivedere».
Lei dice di lui. «È lui l’immigrato, siciliano doc: geloso, permaloso. Eppure aperto al nuovo, al diverso».
Lui dice di lei. «Fa le cose con calma come un’africana».
Il matrimonio. «Vorrei una cerimonia alla siciliana» dice lui «in chiesa, con tanti invitati». «Io sono musulmana» precisa lei «da noi le feste di nozze durano tre giorni»