Non l’avessi mai fatto…
Cercare una ragazza dell’est? No. Chiedere pareri in merito.
Sembra impossibile trovare una fonte attendibile o una voce fuori dal coro in materia perfino in rete.
Le opinioni sono esclusivamente di due tipi:
DEMONIZZAZIONE: Si accalappiano gli scarti delle italiane, li depredano di tutti gli averi, li tradiscono e li mollano appena hanno ottenuto quello che vogliono.
BEATIFICAZIONE: Bellissimi angeli che credono nel vero amore, sono dedite al loro compagno, fedeli, amanti della famiglia, colte, intelligenti e modeste.
Il mio lavoro mi offre il piacere di viaggiare molto e nel corso della mia ancora giovane esistenza (35 anni e pare ne dimostri di meno) ho avuto diverse relazioni e incontri con ragazze di diverse parti del mondo.
Ho molti amici e partner in affari che mi stimano e mi vogliono un gran bene e tra una conference call e l’altra capita di parlare un po’ di tutto… ma noi uomini occidentali prima o poi finiamo col parlare di figli e famiglia (anche chi non è sposato e non ne ha come me)… o di bunga bunga ex post conclusione dell’affare (se ne parla sempre e non si fa quasi mai).
Posso così testimoniare che dal Canada all’Austria, dagli Stati Uniti alla vecchia Inghilterra, le opinioni sulle ragazze dell’est, nel bene e nel male, sono le stesse che sento e leggo qui in Italia.
Da qualche parte leggo che i matrimoni fra russe/lituane/lettoni/ucraine/bielorusse e italiani sono fra i solidi, da altre parti l’esatto opposto.
Conosco diversi italiani che hanno avuto storie terribili, che rappresentano bene l’immagine più negativa che si ha di queste ragazze, ma anche qualcuno più fortunato che ha incontrato la perfetta incarnazione del pregiudizio positivo.
A questo punto sarei tentato di cadere nella banale (ma talvolta) corretta esemplificazione: “la verità è nel mezzo”, ma visto che sto iniziando un qualcosa con una adorabile diciannovenne ucraina e che nella testa ho questa idea perversa e fuori costume di “relazione indissolubile” (l’espressione long-term relationship mi sta bene solo in affari) e “famiglia”, voglio approfondire bene la cosa prima di gettarmi alle ortiche o, peggio, mettere al mondo l’ennesimo futuro figlio di divorziati.
A differenza dei tipici “russian hunters” non detesto le italiane e non ho mai avuto difficoltà ad incontrare ragazze in patria, cosa che fra l’altro capita con una certa regolarità (sebbene non abbia mai tradito una ragazza nel corso di una relazione, breve o lunga che fosse). Quando mi capita di incontrare una ragazza italiana con la quale si crea un qualche feeling le do sempre un’opportunità, anche più di una.
Così di primo acchito sarei tentato di credere a quello che i cinque sensi mi confermano: le ragazze dei menzionati paesi sono molto spesso intelligenti, colte, preparate (talvolta pluri-laureate o comunque iscritte all’università), interessanti. La maggior parte sono magre e bellissime e, tolte le cacciatrici di portafoglio (si riconosco, dai… a meno di mettersi i tappi alle orecchie e il prosciutto sugli occhi), mostrano una reale dedizione per il loro compagno, per la famiglia e i figli. Mentre le donne italiane continuano a lamentarsi dell’impossibilità di gestire carriera e famiglia insieme, le donne dell’est lo fanno da sempre, senza lamentarsi. abituate spesso a lavorare anche per i loro compagni sovietici che, stando a quello che si sente, sono terribilmente pigri, amanti della bottiglia, disinteressati alla famiglia ed alla loro compagna e talvolta violenti.
Penso anche che chi ha vissuto il disagio delle scarse opportunità offerte in questi paesi, in alcuni casi vivendo in condizioni disagiate, oltre a rapporti con uomini come quelli descritti, sappia valorizzare meglio il loro compagno occidentale.
Ma queste premesse non sono sufficienti a farmi soprassedere alla normale due diligence richiesta quando si è intenzionati a prendersi determinati impegni.
Mi piacerebbe conoscere l’opinione di chi ha avuto o è stato prossimo testimone di esperienze con ragazze di questi paesi (si astengano i narratori di flirt estivi e storielle di due o tre anni).