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Magniolatv

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Un po’ di tempo fa abbiamo pubblicato l’annuncio per un casting:  siamo alla ricerca dicoppieitalo-straniere interessanti. Di ciascuna racconteremo la quotidianità, i pro e i contro dello stare insieme, le difficoltà di integrazione, le differenze culturali ecc. Il tutto con un tono da Real Time: divertente, leggero e mai scontato.

Girando per la strada spesso è facile incontrare cartelli di divieto e strade, il cui accesso è riservato ai mezzi speciali. Mezzi speciali, mezzi diversi dal normale, mezzi che quindi devono essere trattati in modo differente. Ma che succede se anche alle persone, o meglio solo a certe categorie di persone, viene riservato un trattamento speciale? Mi piacerebbe che a spiegarmelo fosse la Magnolia, nota società di produzione televisiva, che in questi giorni ha dato il via ad un casting per un nuovo programma.

L’annuncio è chiaro “Siete una coppia mista italo-straniera che vive in Italia? Partecipate al programma”. Sul sito è poi disponibile il form con cui inviare tutte le informazioni relative alla propria famiglia per partecipare al programma. Scorrendo il modulo da compilare, si intuisce che la società sta selezionando famiglie che, nel corso dell’anno, celebreranno qualcosa di importante, come un matrimonio, un anniversario o la nascita di un figlio, e molto probabilmente l’idea è quella di seguirle con le telecamere in queste occasioni.

Quello che io mi domando è se nel 2014 è ancora necessario fare un programma dedicato apposta alle famiglie miste. Non poteva essere fatto un generico programma sugli anniversari di matrimonio, in cui venivano raccontate le storie delle coppie che avevano raggiunto quel traguardo indipendentemente dalla loro origine? Le coppie miste sono, quindi, da considerarsi diverse a tal punto da non poter partecipare ad un programma che vede protagoniste famiglie i cui componenti provengono tutti dallo stesso paese? Le coppie miste vengono quindi considerate diverse, come se non fossero coppie “normali”, ma un qualcosa che va preso a parte e posto sotto le telecamere come materia di studio.

Il separare, il porre una linea di demarcazione, il creare un “noi” e un “loro” è alla base di qualunque sentimento di disuguaglianza e, in questo caso, di razzismo. Un tempo c’erano i ghetti o i posti in autobus riservati ai “diversi”, oggi un programma televisivo. Cambia la modalità, ma il sentimento di base rimane sempre lo stesso.

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