Nel 2009 la fotografa Sofie Amalie Klougart è andata a Mombasa, in Kenya, con “ActionAid” per documentare i numerosi sforzi fatti dall’associazione che aiuta la popolazione più povera.
Si è stupita nel trovare, in giro per le spiagge del paese, tante donne mature europee che avevano una relazione con i giovani del posto. Un fenomeno di turismo sessuale tutto al femminile, o meglio “romance tourism”, turismo d’amore, perché, se è vero che le donne vanno lì appositamente per trovare compagnia, consapevoli di comprarla attraverso regali, è altrettanto vero che i loro sentimenti spesso vanno oltre il sesso. In questi casi il denaro è elargito in modo discreto, cosicché possano avere l’illusione di una relazione vera. Altre volte pagano esplicitamente per scopare.
Alcune pagano subito per l’intero periodo e lasciano soldi anche quando partono, per assicurare benessere più duraturo al partner che lasciano. Non sono pochi i ”fidanzati” che si fingono innamorati per assicurarsi la fuga in Europa. Le donne che credono al loro amore, confondendo la realtà con la fantasia, provano rabbia e dolore quando si accorgono di essere state usate. Ma in fondo lo sfruttamento è reciproco: una cerca il rimedio alla solitudine, l’altro la svolta economica.
Gli hotel di Mombasa sono pieni di viaggiatori, single e bianchi, a caccia di partner. Losanno gli abitanti del luogo, lo sanno i gestori degli hotel. Il primo incontro di Sofie è stata Louise, una ex guida turistica che ha rapporti con due kenyani contemporaneamente e che ha esordito dicendo: «L’amore! Da queste parti non esiste». E’ uno scambio. Agli uomini viene garantito un pasto, un letto, qualche soldo, le donne si sentono meno sole. Generalmente si tratta di tedesche, svizzere, turche, o provenienti dall’est Europa. Sono donne molto mature, ricche e sovrappeso. Viaggiano in Kenya un paio di volte l’anno e restano una media di tre settimane. La pratica è molto diffusa anche nelle destinazioni caraibiche.