“Anche far sorridere il tuo sposo è un atto di carità”. La frase è scritta sull’immagine di un uomo e una donna che si tengono per mano e si guardano negli occhi. Lo sfondo rosa e le foto romantiche potrebbero far pensare al blog di una adolescente innamorata e un po’ sdolcinata. In realtà ‘Diario di una viaggiatrice’ è il blog della moglie di un jihadista dello Stato islamico (Is). Lo si capisce subito quando, in un altro post, si legge che “niente fa palpitare di più il cuore di una moglie che scorrere l’elenco dei nomi dei martiri”.
La ‘romantica’ autrice del blog è una 26enne della Malaysia. E’ un medico e ha deciso a febbraio scorso di partire per la Siria, per partecipare al jihad che in quel paese e nel vicino Iraq vede impegnati i militanti dell’Is, autori di massacri, esecuzioni sommarie, decapitazioni. Il tono del blog (diary-of-a-muhajirah.tumblr.com) è quello di un romanzo d’appendice: la sua autenticità non puo’ essere verificata e la stessa autrice ammette che in tanti si sono posti questo interrogativo. La giovane, che ha scelto lo pseudonimo di ‘Shams’ (Sole), racconta che era “eccitata” ma anche triste quando è partita per la Siria e che la sua famiglia, inizialmente contraria, l’ha poi sostenuta e incoraggiata.
Arrivata in Siria dalla Turchia, Shams ha condiviso la sua casa con un’altra sostenitrice dell’Is, che dopo due mesi le ha organizzato un incontro con un uomo che l’ha sposata nello stesso giorno. Racconta che si sentiva “nervosa e spaventata” prima di scostare il velo islamico dal suo volto per mostrarsi al giovane. “Lui mi ha sorriso – scrive – e mi ha fatto una domanda che non dimenticherò per il resto della mia vita: Ci possiamo sposare oggi, dopo la preghiera del pomeriggio?”.
“Il mio cuore, dal profondo, gridava noooo, ma non so perché ho risposto di sì”, scrive Shams sul suo blog, spiegando di aver comunque dovuto chiedere il via libera dei suoi genitori al telefono. “Ho parlato della questione a mio padre – racconta – e potevo sentire mia madre che piangeva dalla gioia”. Celebrate le nozze, la ragazza ha guardato negli occhi il suo principe azzurro, armato fino ai denti, e si è resa conto “di sentire qualcosa: sì, ho capito di essere innamorata di qualcuno, di mio marito!”.
Da subito la coppietta si è dovuta confrontare con una grande difficoltà: i due innamorati non si capivano, perché parlavano lingue diverse. Provvidenziale è stata la tecnologia. Un traduttore per smartphone li ha aiutati infatti a comunicare. Qualche giorno dopo le nozze, il jihadista innamorato ha portato la sua sposa nella casa di una vedova, per farle vedere quale sorte potrebbe capitarle a breve. Lei racconta di aver avuto un trauma, ma di essersi poi arresa all’idea. “Abu al-Baraa (il nome dello sposo, ndr), almeno non lasciarmi subito, ti prego”, gli ha detto.
Appena 11 giorni dopo le nozze, il giovane marito è partito per una missione. “Dopo colazione – racconta la sposina sul Web – gli ho preparato la borsa e gli ho passato il fucile, non potevo neanche guardarlo in faccia”. Lui ha quindi preso in mano la situazione. “Habibty (amore mio, ndr) io sono sposato con il jihad prima di essere sposato con te – le ha detto – il jihad è la mia prima moglie e tu la seconda. Spero che tu capisca”.
Dalla missione il giovane sposo è tornato sano e salvo, tanto che Shams ora aspetta il suo primo figlio. E’ poi partito tante altre volte e la sua sposa sembra aver accettato questa situazione. Mentre lui combatte, sgozza e rapisce ostaggi, lei si dedica al suo blog romantico. “Quando indosso il niqab (velo islamico integrale, ndr), Allah infonde un senso di liberà nel mio cuore”, scrive. A commento di una foto delle sue nozze, scrive ancora: “Matrimonio nella terra del jihad, finché il martirio non ci separi”.
Poi alcune perle di saggezza, come: “Sposa l’uomo che può elevarti moralmente e che ti ricorda sempre che Allah ti può bastare, nel momento del bisogno”. E alcune riflessioni mistiche, come: “L’amore è… Quando il Profeta prende il bicchiere da cui ha bevuto la sua sposa Aisha e posa le sue labbra nel punto esatto in cui lei ha posato le sue”. Non mancano gli inni alla militanza, come: “Se il Cielo è orgoglioso dell’esistenza delle stelle, allora la Terra è orgogliosa dell’esistenza dei Mujihaeddin”.
E infine quelle che la sposina definisce come “barzellette halal”, cioè conformi ai precetti dell’Islam. In una di queste, uno sposo dice alla sua sposa che la luna è invidiosa della sua bellezza e la sposa risponde che piove e la luna non si vede. “Bello scherzo – gli dice – stasera niente cena!”. Humor halal, ma non proprio esilarante.